Biblioteca Digitale Leopardiana

CATALOGAZIONE, DIGITALIZZAZIONE E METADATI DEI MANOSCRITTI AUTOGRAFI DI GIACOMO LEOPARDI CONSERVATI NEI FONDI EXTRA-NAPOLETANI

 

 

Da un’idea del Centro Nazionale di Studi Leopardiani di Recanati, un importante centro di ricerca nazionale che, da circa un secolo, si occupa di censire, studiare e valorizzare la vita e le opere di Giacomo Leopardi, ha preso forma il progetto Biblioteca Digitale Leopardiana, volto a realizzare un collettore unico e organizzato in cui proporre al pubblico degli studiosi e degli appassionati una collezione dedicata integralmente al poeta recanatese e alla sua famiglia, in cui far confluire dati sui manoscritti autografi, sugli stampati, sulle pubblicazioni e sull’iconografia di Giacomo Leopardi. Primo soggetto coinvolto nel progetto è stato la Biblioteca Nazionale Vittorio Emanuele III di Napoli, nella quale un gruppo di lavoro sta realizzando questa operazione sull’imponente fondo ivi conservato, composto da circa 6000 pagine oltre alle 4.526 dello Zibaldone.

 

Per contribuire alla completezza dell’operazione, per il triennio accademico 2018/2021, la Scuola di Dottorato dell’Università degli Studi di Macerata, nella persona della responsabile scientifica, Prof.ssa Laura Melosi, ha avviato i lavori di una specifica sezione del progetto, concentrando la propria attenzione sulla catalogazione, la metadatazione e la digitalizzazione degli autografi leopardiani conservati nei fondi extra-napoletani. L’attività dottorale, affidata a Gioele Marozzi, è inserita nell’ambito del programma di ricerca applicata Eureka promossa della Regione Marche ed è stata cofinanziata da Filippetti Spa, azienda leader nel settore della digital transformation; essa, inoltre, insieme al progetto nel suo complesso, rientra nel quadro delle iniziative promosse per la celebrazione dei 200 anni della composizione de L’infinito (1819) da un apposito Comitato Nazionale, istituito con decreto ministeriale il 30 gennaio 2019 dal Ministro Alberto Bonisoli e primo designato in Italia per celebrare una singola opera poetica.

 

Grazie a un’apposita convenzione siglata tra l’Università di Macerata e l’ICCU – Istituto Centrale per il Catalogo Unico delle Biblioteche Italiane, il progetto dedicato agli autografi extra-napoletano rientra tra i Progetti Speciali di ManusOnLine, software dell’ICCU dedicato allo studio dei manoscritti nel cui portale verranno ospitate le schede catalografiche accompagnate da collegamenti alle immagini dei manoscritti, realizzate secondo gli standard di Internet Culturale, mediateca di ICCU.

 

Gli enti oggi noti che conservano autografi di Giacomo Leopardi – siano essi lettere, schedine bibliografiche, appunti, annotazioni, opere o traduzioni –, sono circa 80, di natura pubblica e privata, e si trovano disseminati non soltanto in tutto il territorio nazionale ma anche all’estero, con importanti nuclei presso l’Università di Cambridge in Gran Bretagna e di Harvard negli USA.

 

Gli scopi principali del progetto sono quindi due: da un lato, quello di censire documenti tanto importanti come i manoscritti leopardiani, cercando non soltanto di fotografare lo status quo e di identificare per ciascun istituto collettore l’entità e l’importanza degli autografi conservati, ma anche di ricostruire, laddove possibile, le ragioni che hanno condotto quelle carte in determinate collezioni pubbliche o private; dall’altro, allestire un database di immagini dei manoscritti, acquisiti digitalmente ad alta risoluzione, sia per garantirne conservazione a lungo termine, sia per permettere un maggior grado di dettaglio nello studio e l’analisi delle singole carte. Un progetto di tal sorta intende pertanto contribuire alla salvaguardia della memoria della nostra storia letteraria, cercando di abbattere le distanze (fisiche e temporali) che separano documenti affini tra loro e questi dagli studiosi e dagli appassionati, che riuscirebbero ad abbracciare con un solo sguardo manoscritti autografi altrimenti conservati in enti anche molto distanti.

 

La Fondazione BvS, all’interno dell’Archivio Vincenzo Mortillaro, conserva la lettera di Giacomo Leopardi al marchese, datata Napoli, 26 luglio 1836, e ha aderito all’iniziativa fornendo la digitalizzazione del testo per gli intenti del progetto.

 

Approvando per propria missione le istanze di condivisione del patrimonio e di collaborazione tra enti culturali, rimanda alla piattaforma dedicata alla sezione extra-napoletana del progetto, che sarà presto disponibile nel sito di ManusOnLine  nella sezione “Progetti Speciali”.